giovedì 4 agosto 2011

Labradford - Prazision LP (1993)


Carter Brown (tastiere) e Mark Nelson (chitarre), da Richmond (Virginia), in questo loro esordio riportarono in voga l’avanguardia tedesca dei Settanta, declinandola secondo i toni cosmici di Klaus Schulze o certe atmosfere pacate ed equoree dei Popol Vuh.
Tale ambiguità può essere colta con chiarezza nei primi due pezzi: in Accelerating on a smoother road una tastiera sommessa sostiene la voce e gli elementari accordi della chitarra ritmica; in Listening in depth, invece, il sintetizzatore di Brown suggerisce le profondità interstellari accompagnato da sequenze ripetute ed ossessive.
Di seguito l’album conferma di strutturarsi su tale visione anfibologica, basata, forse, sulle differenti personalità degli autori. Disremembering, Splash down, Soft return, Everlast appartengono al primo gruppo: in Splash down la voce e la chitarra di Accelerating si sublimano in un crescendo tipico della kosmische musik; in Disremembering il cantato si riduce ad un filo recitativo con la sei corde di Nelson ad assolvere l’onere dell’istanza evocativa; Soft return è una eterea cantilena recitata in un soffio tra campanelli da slitta natalizia; nel brano di chiusura Everlast le soffici onde delle tastiere si sviluppano su di un tappeto chitarristico la cui eco pare espandersi lenta come pulviscolo galattico.
Si entra nei toni del secondo gruppo con Sliding glass, dove una sorta di risucchio stellare in sottofondo intimidisce i basici accordi del duo, adesso giocati con accenti più ansiosi. In Experience the gated oscillator è la chitarra a sferragliare lontana e minacciosa mentre Brown fa borbottare tastiere e droni in primo piano con variazioni minime; l’apice si tocca coi nove minuti di Skyward with motion: i Labradford riescono a suggerire un paesaggio spaziale freddo e indifferente, teatro di una continua morte e rinascita della materia, in cui interi mondi e destini vengono annientati per permettere lo sbocciare di nuove esistenze; un breve tour de force paragonabile alla Stargate sequence di 2001: Odissea nello spazio.
L’arrivo del bassista Robert Donne nel susseguente A stable reference e nell’omonimo del 1996 consentirà al duo di approfondire ancor di più le suggestive risonanze di Prazision, che rimane unico, tuttavia, nella sua splendida ispirazione bifronte.


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