venerdì 30 dicembre 2011

Black Tape for a Blue Girl - Remnants of a deeper purity (1996)/As one aflame laid bare by desire (1998)


Black Tape for a Blue Girl è il progetto di Sam Rosenthal, originario della Florida, ma cresciuto musicalmente in California. Le due opere prese in esame sono uno dei vertici musicali degli ultimi decenni, due capolavori indiscussi, processioni melanconiche e dolorose capaci di comunicare una commozione profonda ed autentica.
Le voci celestiali, i delicati arrangiamenti per archi, il senso di immane vastità generata dalle tastiere pongono l'animo dell'ascoltatore in uno stato indefinibile di nostalgia, ovvero una sorta di lancinante commistione fra memoria e desiderio: memoria di qualcosa che non è più; desiderio per qualcosa di altissimo e inattingibile; stati del cuore fluttuanti e irriducibili alla comprensione immediata. Tutte le composizioni si reggono su questa potentissimo sentimento d'una perdita  irreparabile e di un desolato riconoscimento della finitezza umana declinato con quella semplicità che promana, come sempre, da un'ispirazione profonda e sentita. Rosenthal non è un romantico: le sue partiture non sono eccitate dall'ansia per il sublime o provocate dall'esperienza della tragedia universale; la sua cifra risiede in un composto pessimismo barocco, in una meditazione sulla vanità umana che può cantare unicamente la manchevolezza: gli affetti scomparsi, l'ineluttabilità della sorte, lo scorrere del secolo. La sua musica è ammantata da una morente luce purgatoriale in grado, tuttavia, pur a tratti, di incedere ferma e solenne come un canto sacro: For you will burn your wings upon sun, I have no more answers, As one aflame laid bare by desire, The green box, The passage alcune delle tracce più rimarchevoli delle due creazioni.

Tu vedi, dovunque guardi, solo vanità sulla terra.
Quello che uno costruisce, è distrutto domani da un altro,
dove ora vivono città, domani vedrai un prato
e un pastorello vi giocherà con la greggia.
                                                              
Quello che ora fiorisce fastoso, verrà calpestato fra poco.
Quello che ora presume tanto e si vanta, è cenere e ossa domani.
Nulla v'è, che sia eterno, non metallo, non marmi.
Ora la sorte ci arride, tuoneranno i lamenti tra poco.

La gloria delle alte imprese passerà come un sogno.
Sosterrà il gioco del tempo, il fragile uomo?
Ah, ciò che stimiamo prezioso, cos'è tutto questo,

se non meschina nullità, polvere, vento e ombra,
se non fiore di prato, che più non si ritrova?
Ma non trovi nessuno che voglia pensare all'eterno*.

* Andreas Gryphius (1616-1664), Tutto è vano, in Antologia della poesia tedesca, 1977.

3 commenti: