giovedì 17 maggio 2012

Gastr del Sol – Mirror repair (1994)/The harp factory on Lake Street (1995)


Il nucleo centrale dei Gastr del Sol origina dalla dissoluzione dei Bastro (David Grubbs, voce, chitarra; Bundy Ken Brown, basso; John McEntire, batteria) e si arricchisce della variabile di Jim O'Rourke che, nei due EP a cavallo della metà dei Novanta, entra stabilmente nell'ensemble che, nel contempo, perde Brown.
Mirror repair conferma la propensione dei Gastr del Sol per una musica da camera soffusa e stranita, quasi una distillazione lentissima del math rock dei Bastro, ridotto ai minimi termini e arrangiato con sobrietà estrema; solo nella concitatissima Dictionary of handwriting, peraltro, risalta palesemente tale ascendenza. In Photographed yawning, Why sleep o nell'eponima Mirror repair (con l'assenza delle percussioni), invece, le parti di chitarra rimandano, come nell'opera maggiore di Grubbs, The thicket, al maestro John Fahey; in Eight corners è il pianoforte a sostituire la chitarra; e se in Mirror repair è il misterioso intervento delle tastiere a rompere la distensione dello strumento guida, qui tale ruolo è assolto dai fiati: Kammerspiel, come detto, il cui tono dominante è quello d'una aristocratica rarefazione.
L'unica composizione del secondo EP, l'eponima Harp factory on Lake Street (17'12''), è un mostro tricipite: ad una prima parte, di circa otto minuti, nettamente distinta nell'ispirazione, in cui dominano le dissonanze dei fiati alternativamente sommesse ed enfatiche, succede una distesa, ma periclitante parte per voce e pianoforte, quindi un assolo, sempre di pianoforte, che si sconnette progressivamente sino al limite del rumorismo. Forti echi di Rock bottom.
Due opere non omogenee, frutto delle ispirazioni di O'Rourke e Grubbs, che andranno divaricandosi sempre più nonostante la pubblicazione di altri lavori notevolissimi (Upgrading and afterlife su tutti).

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