martedì 19 giugno 2012

Hovercraft - Experiment below


Chi l'avrebbe mai detto? Nell'interessante ricognizione del fenomeno grunge fatta da Doug Pray con il documentario Hype (1996), compare, verso la fine dell'oretta e mezzo, un farfugliante Edward Louis Severson III, in arte Vedder. Non  ricordo cosa cianciasse: stravaccata accanto a lui ciondolava le palpebre una brunetta stracotta (dal sonno?), e destinata, come appresi di lì a poco (poiché anche questa è storia), ad essere impalmata*, come prima moglie, proprio dall'eroe di Black. Che la signora Vedder (poi scaricata a favore di una modella) suonasse in un gruppo fondato un paio d’anni prima pareva verosimile. Nepotismo rock. D'altra parte anche la leggendaria Yoko Ono suonava le tastiere in tournée con John Lennon (l'eroe di Imagine) pur avendo le nozioni musicali di un cuoco che batte il triangolo per richiamare gli avventori; che la signora Lennon suonasse le tastiere elettriche con la spina staccata (come suggerisce Albert Goldman) mi pareva altrettanto verosimile. Naturalmente ciò è vieto maschilismo. Ingiusto quello esercitato contro la vecchia strega giapponese, considerata, anzi, da fonti attendibili, ispiratrice delle opere più sperimentali del Lennon solista, e, soprattutto, valorosa artista concettuale, destinata, sul lungo periodo, a ritagliarsi un ruolo più importante di Damien Hirst (il furbone che alletta i gonzi coi teschi di diamanti e gli squali imbalsamati); ed ingiusto quello contro la signora bassista Beth Liebling in Vedder il cui lavoro negli Hovercraft**, assumerà, negli anni, più rilievo di alcuni compiaciuti dischetti del consorte (fedifrago?). Experiment below è space-rock di prima qualità, sorta di psichedelia cosmica per power trio: stasi in cui risuonano tintinnii cosmici, esitazioni, pozze di rumore di sottofondo e dilatati giri di basso preparano il terreno per improvvise fughe interstellari pilotate dal funambolico Shinn (come nell'iniziale Anthropod), "un maniaco seriale della sei corde [che] divaga all'infinito con deragliamenti di mille tipi, dimostrando una creatività fuori dalla norma e dalle righe"***; lo schema appare, alla lunga, basico e risaputo, ma risulta egualmente affascinante, in special modo nelle lunghe Phantom limb e Transmitter down (9'58'' e 10'07''). 

* Cerimonia tenuta presso presso il Campidoglio in Roma, 3 Giugno 1994.
** Ryan Shinn, chitarra; Beth Liebling, basso; Dave, batteria.
*** Webbaticy, recensione di Akathisia.

Nessun commento:

Posta un commento