giovedì 9 agosto 2012

Nurse with Wound list vol. 7 (Banten/Franco Battiato/Han Bennink/SteveBeresford/Berrocal-Coster-Ferlet/Philippe Besombes)

NWW vol. 7. Philippe Besombes

31. Banten (Olanda) - Banten (1972). Gruppo apparentemente oscuro (non li cita neanche discogs.com), ma, in realtà, formato da eccellenti musicisti jazz ancora in attività, a cominciare da Reijseger, autore delle colonne sonore dei film di Werner Herzog, The wild blue yonder e The white diamond (L’ignoto spazio profondo e Il diamante bianco). Da riascoltare i pezzi più tirati, in special modo l’iniziale Music for Nita e Bert e Dig Dick. Henny Vonk, voce; Rob Van Der Broeck, piano; Ernst Reijseger, violoncello; Jurre Haanstra, batteria; Arnold Dooyeweerd, contrabbasso. 

32. Franco Battiato (Italia) - Pollution (1972). Che dire? Uno dei pilastri dell’avanguardia italiana, mistura personalissima di musica alta, space rock, esistenzialismo, tastiere germaniche, moniti distopici (accenni al Mondo nuovo di Aldous Huxley), scioglilingua misterici. A quarant’anni di distanza non ha perso il proprio fascino.

33. Han Bennink (Olanda) - Solo (1972). Dalle note di copertina : “Using drums, dhung, rkangling, khène, oe-oe, "soft" trumpet, a fiddle-like instrument, prepared trombone, tape recording of Brazilian jungle, mokugyo, rolmo, silnyen, kazoo …”. Batterista e multistrumentista, già con Dexter Gordon, Sonny Rollins e Wes Montgomery e il connazionale Ernst Reijseger dei Banten, in Solo egli si affida in toto all’improvvisazione solitaria più estrema. Da ascoltare, con cautela.

34. Steve Beresford (Gran Bretagna) - The bath of surprise (1980). Ancora un multi strumentista improvvisatore, già sodale proprio di Han Bennink, nonché di Flying Lizards e di His Majesty John Zorn. Il lavoro è frantumato in veloci sberleffi sonori, ma è davvero efficace nelle tracce più articolate (A cup of tea and a bun e, soprattutto, Spring clips) dove si evita il compiacimento della destrutturazione.

35. Jacques ‘Jac’ Berrocal-Dominique Coster-Roger Ferlet (Francia) - Musiq musik (1973). Il trio organizza, con l’aiuto di Jef Gilson, quattro pezzi tra avanguardia e world music. Il disco sfiora il capolavoro nel pezzo finale (Cryptea) quando l’enorme e inusuale varietà strumentale viene utilizzata non per stupire, ma per costruire atmosfere enigmatiche. Jacques Berrocal, trumpet, bells, percussion, trombone, horns [pakistani, Tibetan conch shell], shenai, vocals, harmonium; Roger Ferlet, cornet, vocals, percussion, horns [Tibetan conch shell, horn of Ramadan], bells, strings; Dominique Coster, trombone, bells, whistle, cymbal, vocals, horns [double horn]. 

36. Philippe Besombes (Francia) - Celi est cela (1979). Già con Hydravion (il primo lavoro riscosse un inattesso successo in madrepatria), Besombes vira, a fine anni Settanta, verso l’elettronica. Qui vengono raccolte tracce risalenti al periodo 1972-1979, alcune delle quali concepite per compagnie di balletto parigine. Come ingegnere del suono assistette Nono e Stockhausen al Festival d’Arte Contemporanea di La Rochelle. Manca la prima traccia, Princess Lolita, un’imposizione della casa discografica che esigeva un pezzo commerciale. Poco male.


2 commenti:

  1. I love it! Thankyou so much for all that you are doing.

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  2. Good morning,

    I hope i'm not disturbing you, but can you also repost these LP's?

    Best Regards
    Esfstathiou Stathis

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