martedì 14 ottobre 2014

Julian Cope - Japrocksampler vol 14 (Love Live Life + One/J. A. Caesar/Far East Family Band)

Far East Family Band e Klaus Schulze

6. Love Live Life + One - Love will make you a better one (1971). Supergruppo di vita brevissima: concerti e un solo album. Mizutani (già con People [JPR16], Count Buffaloes [JPR27] e Masahiko Sato [JPR7]), Yanagida (Apryl Fool, EP8, e Sato), Chito Kawachi (con Flower Travelling Band [JPR25]) organizzano un’energica miscela fra rock, jazz e soul in cui si distingue l’iniziale The question mark (17’43’’), un classico indiscutibile del decennio favoloso. Da ascoltare. Akira Fuse, voce; Kimio Mizutani, chitarra; Takao Naoi, chitarra; Hiro Yanagida, tastiere; Toshiaki Yokota, flauto, sassofono; Chito Kawachi, batteria; Masaoki Terakawa, basso; Naomi Kawahara, percussioni.

5. J. A. Caesar - Kokkyō Junreika (1973). Un eccellente riassunto della carriera di uno dei maggiori protagonisti del rock giapponese. Indicazioni, al solito, scarne; Kokkyō è la colonna sonora d’uno spettacolo, un greatest hits o altro? Importa poco, anche se la sensazione è quella d’un opera compiuta e autonoma. Nei 53 minuti del disco Caesar alterna rock puro, tastiere sotto acido, inflessioni tradizionali, brevi autocitazioni (da Jashumon, del 1972), recitativi coinvolgenti, tirate psichedeliche di rilievo (Minkan iryou jutsu, 11’47’’). Da ascoltare. Eimei Sasaki, voce; Keiko Niitaka, voce; Masako Ono, voce; Seigo SHowa, voce; Yoko Ran, voce; J. A. Caesar, chitarra, tastiere; Takeshi Mori, chitarra; Henriku Morisaki, flauto; Yuzo Kawata, basso; Norihito Inaba, timpani; Kyozo Hayashi, percussioni; Shuji Sasada, percussioni; Shigeo Ingai, percussioni; Shigeyuki Suzuki, batteria.

4. Far East Family Band - Parallel world (1976). Un’occhiata alla foto sopra, per favore. Il Papa del krautock e i suoi nipoti in riva al Pacifico: l’alleanza perdente della Seconda Guerra Mondiale (assieme all’Italia e alla collaborazionista Francia) fu l’asse portante dell’avanguardia progressive europea più colta, e melodicamente meno accattivante. Lo space di Parallel world, sostanziato dalla suite eponima (30’15’’), è una delle punte della musica nipponica dei Settanta – un’opera priva di esitazioni e superiore al precedente Nipponjin (JPR14). Schulze produce, e si sente, ma sull’operazione veglia anche il grande Günter Schickert. Da ascoltare, ovviamente. Fumio Miyashita, voce, chitarra, flauto, armonica; Hirohito Fukushima, chitarra, sitar, arpa, percussioni; Masaaki Takahashi, tastiere; Akira Ito, tastiere; Akira Fukakusa, basso; Shizuo Takasaki, batteria.

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