venerdì 16 gennaio 2015

Mummificare l'ascoltatore ovvero: orrore in edicola


Ecco come si mummifica l'apprezzamento mainstream.
Dal 1962 al 2015 passa più di mezzo secolo e noi siamo ancora qui (o lì).
Nostalgia canaglia? Ma no, è nostalgia delle mazzette d'antan ... guai a schiodarsi.
Lo ripeto: tutto questo ha poco a che fare col reale valore dei Beatles (discutibile).
Inerisce piuttosto la prima legge del marketing: minimo sforzo massimo risultato.
Occorre sclerotizzare continuamente lo spirito e l'istinto ... così, ogniqualvolta si vorrà l'effetto voluto, basterà muovere un po' le vecchie braci ... ripetere per decenni che i Beatles sono il gruppo più influente più famoso più venduto più numero uno più leggendario fa sì che nell'animo di ciascuno si congeli questo dato di fatto, acquisito acriticamente. Basterà poi richiamare all'ordine il consumatore (con tale copertina, ad esempio) e questo si metterà in moto come un automa: sì, in effetti, i Beatles sono il gruppo più influente più famoso et cetera ... anche se poi lo stesso consumatore NON sa assolutamente perché i Beatles sono il gruppo più influente famoso et cetera; addirittura, se ben incalzato, il consumatore potrà confessare che a lui i Beatles manco piacciono o sono indifferenti ... o non li ha mai ascoltati ... ma la campanella del cane di Pavlov ha suonato e lui è lì a salivare obbediente, in attesa dei bocconcini ...
E soprattutto guai a disturbare le gerarchie acquisite ... vi rendete conto? Mettere in discussione i valori pregressi significa buttare all'aria la propaganda di quasi mezzo secolo ... Elvis, Beatles, Rolling, Queen ... e chi li tocca più ... si dovrebbe ricominciare daccapo a imbonire le masse ... uno spreco di talleri impossibile da sostenere ...
Certo che in Italia il tutto assume sfumature grottesche, incredibili.
A parte il titolo idiota che coinvolge l'aggettivo più sputtanato dell'antropologia ... e il mezzo: nientemeno che Oggi, il settimanale del pettegolezzo più devoto e rispettoso (D'Agostino, con Cafonal, è latore, invece, di un gossip 2.0, aggressivo e iperrealista, seppur connivente, come sempre) ... ma qui abbiamo la prefazione di Cesare Cremonini. Contributi di Jovanotti, Linus, Enrico Ruggeri (e dell'incolpevole Yoko Ono) ... come a dire: non è una cosa seria, solo l'ennesimo bagno nella formalina per la preservazione delle salme rock più redditizie ... e la colonia esegue.
E queste son quattro salme di primissimo rispetto: salmoni li chiamerebbe Totò.
Il conformismo, il narcotico più potente.

1 commento:

  1. È marketing, appunto. Dove si investe solo se c'è garanzia di ritorno, e certe facce questa garanzia te ĺa danno... se google mi chiedesse 1 euro ogni post che pubblico e mi rendesse 1 cent ogni visita, farei post solo su Pink floyd, laura pausini, vasco e one direction...
    ma non è questione solo di carta stampata, a guardare le scalette dei "grandi mega concerti" estivi in giro ci sono programmi allucinanti xhe allineano headliner come Lynyrd Skynyrd, Kiss, Deep purple, black sabbath, potrebbero essere poster del 76, e invece sono di oggi.
    garanzia di ritorno, evidentementente.

    ah, se Google mi chiedesse 1 euŕo ogni post, chiuderei il blog... sono spilorcio!
    ciao

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